ex-Macero di pianura

Durante un intervento di edificazione in provincia di Bologna sono stati rinvenuti terreni ed acque sotterranee con caratteristiche organolettiche anomale fino alla profondità di ca. 2,5 m dal p.c. Le indagini hanno evidenziato la presenza di un bacino interrato seppellito che ospitava terreni frammisti a rifiuti: un ex-macero. Maceri ed ex-maceri sono diffusi nella pianura di Bologna, Ferrara, Modena e Ravenna per la lavorazione della canapa  fin dal 1500, scomparendo rapidamente dopo il 1950 con l’arrivo dei prodotti tessili industriali. I maceri dismessi, spesso seppelliti, sono stati anche utilizzati come vere e proprie discariche, come nel caso in esame.

Le indagini hanno riscontrato una contaminazione estesa che ha interessato ca. 2.000 mc di terreni frammisti a rifiuti confinati all’interno dell’antica vasca macero, ancora integra con pareti e basamento argilloso. I principali contaminanti riscontrati coinvolgevano metalli pesanti, fitofarmaci, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), policlorobifenili (PCB) con concentrazioni non compatibili con la destinazione residenziale dell’area in esame.

L’intervento di bonifica ha previsto la rimozione dei terreni frammisti a rifiuti e delle acque contaminate interne alla vasca ex-macero. La caratterizzazione dei rifiuti, eseguita secondo la norma UNI 10802, ha consentito di separare i rifiuti da conferire a discarica da quelli da conferire a recupero e l’attento esame dei codici identificativi CER, attribuiti in base a specifici approfondimenti analitici, ha consentito notevoli risparmi economici ed ambientali, rendendo il rapporto costi/benefici dell’intervento compatibile con la bonifica del sito in soli 2 mesi, in coerenza con gli obiettivi di riqualificazione dell’area.