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Conversione in legge del D.L. 69/2013

La Legge n.98 del 9.08.2013 ha convertito in legge, con modificazioni, il D. Legge n. 69 del 21.062013, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia. (GU n.194 del 20-8-2013 – Suppl. Ordinario n. 63 ) ed è entrata in vigore il 21.08.2013. Nel nuovo testo dall’art. 41 è stato rimosso ogni riferimento al “rischio sanitario”, già presente nel decreto che è stato in vigore nei 2 mesi appena trascorsi. Per la possibile applicazione della Analisi di Rischio al POC non cambia nulla, è tutto come prima: una occasione mancata per affrontare finalmente il delicato aspetto sull’obbligatorietà delle bonifiche “inutili”.

Nel nuovo testo dell’art. 41, al comma 2, il legislatore interviene formalmente per limitare la realizzazione di costose “barriere fisiche” con l’intento di indirizzare/sollecitare risorse verso soluzioni tecniche più mirate ed efficaci.

Il testo in Gazzetta Ufficiale del nuovo art. 41:

1. L’articolo 243 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, e’ sostituito dal seguente:
« ART. 243. (Gestione delle acque sotterranee emunte) 1. Al fine di impedire e arrestare l’inquinamento delle acque sotterranee nei siti contaminati, oltre ad adottare le necessarie misure di messa in sicurezza e di prevenzione dell’inquinamento delle acque, anche tramite conterminazione idraulica con emungimento e trattamento, devono essere individuate e adottate le migliori tecniche disponibili per eliminare, anche mediante trattamento secondo quanto previsto dall’articolo 242, o isolare le fonti di contaminazione dirette e indirette; in caso di emungimento e trattamento delle acque sotterranee deve essere valutata la possibilità tecnica di utilizzazione delle acque emunte nei cicli produttivi in esercizio nel sito, in conformità alle finalità generali e agli obiettivi di conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti nella parte terza.
2. Il ricorso al barrieramento fisico è consentito solo nel caso in cui non sia possibile conseguire altrimenti gli obiettivi di cui al comma 1 secondo le modalità dallo stesso previste.
3. Ove non si proceda ai sensi dei commi 1 e 2, l’immissione di acque emunte in corpi idrici superficiali o in fognatura deve avvenire previo trattamento depurativo da effettuare presso un apposito impianto di trattamento delle acque di falda o presso gli impianti di trattamento delle acque reflue industriali esistenti e in esercizio in loco, che risultino tecnicamente idonei.
4. Le acque emunte convogliate tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuita’ il punto di prelievo di tali acque con il punto di immissione delle stesse, previo trattamento di depurazione, in corpo ricettore, sono assimilate alle acque reflue industriali che provengono da uno scarico e come tali soggette al regime di cui alla parte terza.
5. In deroga a quanto previsto dal comma 1 dell’articolo 104, ai soli fini della bonifica, è ammessa la reimmissione, previo trattamento, delle acque sotterranee nello stesso acquifero da cui sono emunte. A tal fine il progetto di cui all’articolo 242 deve indicare la tipologia di trattamento, le caratteristiche qualitative e quantitative delle acque reimmesse, le modalità di reimmissione e le misure di controllo e monitoraggio della porzione di acquifero interessata; le acque emunte possono essere reimmesse anche mediante reiterati cicli di emungimento, trattamento e reimmissione, e non devono contenere altre acque di scarico né altre sostanze ad eccezione di sostanze necessarie per la bonifica espressamente autorizzate, con particolare riferimento alle quantità utilizzabili e alle modalità d’impiego.
6. Il trattamento delle acque emunte deve garantire un’effettiva riduzione della massa delle sostanze inquinanti scaricate in corpo ricettore, al fine di evitare il mero trasferimento della contaminazione presente nelle acque sotterranee ai corpi idrici superficiali ».

 

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